domenica 10 giugno 2012

Saper scrivere... la Bibliografia: prima parte

Perché dobbiamo scrivere la Bibliografia?
Fondamentalmente, per definire chiaramente l’apporto delle fonti nella costruzione dei nostri documenti, rendendo agevole per il lettore l’identificazione di tali fonti e, conseguentemente, per conferire maggior credibilità ai nostri contenuti.

Il processo di redazione dei riferimenti bibliografici consiste di 2 parti:
  • la citazione della fonte
  • la redazione della Bibliografia corrispondente
Esistono diversi sistemi di citazioni e formattazione dei riferimenti bibliografici, ma i più diffusi sono sostanzialmente due:
  • il sistema autore-data, quale l’Harvard System oppure l’APA System (American Psychological Association);
  • il sistema numerico, che fa uso di note a fondo pagina o alla fine del documneto (es. Oxford System ).
Esistono poi, in ogni ambito specialistico, altre metodologie/convenzioni di citazione Bibliografica, che devono essere prese in considerazione in base al contesto al quale il vostro documento si rivolge.

Nella mia esperienza di studente e di professionista della comunicazione, devo dire che la notazione che ho più spesso visto utilizzare, in ambito scientifico, è proprio quella che fa riferimento all’Harward System.
Ma ho nella mia libreria una Divina Commedia commentata che utilizza la notazione numerica, raggruppando note e commenti al termine di ogni Canto. E ho osservato lo stesso stile in molti testi umanistici.

Un testo tecnico/scientifico seguirà preferibilmente il sistema Harward.
Di seguito e nei prossimi post vedremo alcuni facili esempi ispirati a tale sistema.

Oggi ci occupiamo della CITAZIONE DELLA FONTE.

Ogni citazione nel testo deve indicare il nome dell’autore e l’anno di pubblicazione del lavoro.
Citare numerose fonti non è un problema perché il sistema Harvard prevede che che le fonti siano specificate in ORDINE ALFABETICO. Questo consentirà al lettore di risalire immediatamente agli estremi delle fonti utilizzate, a prescindere dal loro numero.

Possiamo distinguere diverse modalità di citazione, che sono elencate di seguito.

NOME AUTORE CITATO DIRETTAMENTE NEL TESTO
Ecco il primo esempio:

Gli studi di Grenn (1956), Barrymore (1960) e Ottaviani (1962) ci consentono di dire che…

Il lettore individua immediatamente le fonti, che poi saranno riportate per intero nella sessione dei riferimenti Bibliografici.

Nel caso in cui vi siano più lavori di uno stesso autore pubblicati il medesimo anno, viene aggiunta una lettera minuscola progressiva dopo la data:

Grenn (1956a) e Grenn (1956b) confermano che…

In base alla struttura della frase, è possibile anche utilizzare una forma contratta per evitare di scrivere più volte il nome e l’anno. Di seguito, un esempio esteso e un esempio di indicazione contratta:

Il morbo di Kaileen fu studiato in dettaglio da Douglas (2003a) a Boston e da Douglas (2003b) a Houston.

Douglas (2003a,b) ebbe  modo di studiare a fondo il morbo di Kaileen negli USA.

Nel caso in cui si debbano citare più testi dello stesso autore, realizzati in anni diversi, si può scrivere così (modalità DIRETTA):

Le analisi condotte da Wood (1998, 2001, 2006) ci permettono di…

… oppure così (modalità INDIRETTA):

Le analisi sulle quali basiamo i nostri ragionamenti (Wood, 1998, 2001, 2006) ci permettono di…

NOME AUTORE NON CITATO DIRETTAMENTE NEL TESTO
Nella modalità di citazione INDIRETTA (vedi ultimo esempio), il nome dell’autore va compreso tra le parentesi tonde. Di seguito alcuni esempi complementari a quelli già proposti in precedenza nel caso della citazione DIRETTA:

Le ricerche sulle particelle pesanti (Grenn, 1956; Barrymore, 1960; Ottaviani, 1962) hanno sancito senza ombra di dubbio che …

All’inizo di questo secolo, il morbo di Kaileen fu oggetto di studi molto intensi e dettagliati (Douglas, 2003a,b).

In particolare, se vengono citati indirettamente più autori, vanno citati in ordine cronologico di pubblicazione, dal più antico al più recente.

CITAZIONI TRA VIRGOLETTE
Se stiamo ricopiando letteralmente alcuni passaggi di altri libri, dobbiamo indicarlo scrivendo la pagina (o l’intervallo di pagine) da cui è tratto il brano:

Mc Leod (1999, pag.121) a tal proposito afferma: “…”.

Ci sono tuttavia altre convenzioni che possono essere adottate e generalmente accettate.
Se la citazione consiste di poche parole, potete usare questo approccio:

Gardner (2002, pag.321) rigetta totalmente “certe asserzioni soggettive di Shultz”, il quale ritiene del tutto inutilizzabile la teoria di Brown.

Una forma più complessa è illustrata di seguito:

Baros (2010, pag. 77-78) sostiene “… non siamo in grado di risolvere in modo definitivo il problema dello stoccaggio sicuro delle scorie nucleari… [ma ad oggi] siamo in grado di mettere in campo metodi e tecnologie [confinamento in multistrati di argilla e plastiche isolanti, scrigni di vetroresina sigillante ad alta densità racchiusi in recipienti d’acciao da 50 mm]… che riducono il rischio di fuga radiottiva… in attesa delle nuove centrali di quarta generazione in cui le scorie delle vecchie centrali saranno riutilizzabili come combustibile.”

La citazione “tra virgolette” è parte integrante del testo ed è inclusa tra due virgolette ed i punti … indicano le omissioni. Le parentesi quadre [] indicano al lettore le parole inserite nella citazione dall'autore del documento.

Condividi


Articoli correlati per categorie



Nessun commento:

Posta un commento