giovedì 8 gennaio 2015

IoT: una nuova frontiera per la Comunicazione Tecnica (parte seconda)

Riprendiamo la tematica del primo post di questo thread e iniziamo una breve panoramica del pattern tecnologico che supporta l'IoT.

Nell'IoT le macchine ("Smart Objects"/SmOb) sono collegate in rete.

A tale scopo, è necessario disporre di tecnologie di networking (reti fisiche, reti wireless, protocolli di comunicazione e di interoperabilità tra reti di diverso tipo); tutto ciò al fine di ottenere una connessione persistente ad Internet.

Sono importanti anche le tecnologie legate al risparmio energetico, affinchè gli SmOb possano avere un massimo livello di autonomia, soprattutto per dispositivi mobili e sempre per mantenere una connessione in rete persistente.

Una connessione persistente e la mobilità sono sostanzialmente dei pre-requisiti per l'IoT.

Ma su questi prerequisiti si appoggia una delle principali tecnologie "abilitanti" l'IoT, cioè il Cloud Computing. Attraverso il Cloud, dati e servizi vengono spostati e concentrati su provider esterni. Lo SmOb lavora "leggero" e la GUI può essere meglio tarata sulla User Experience.

Un altro elemento rilevante, tipico del mondo Web 3.0 (così come il cloud e il mobile) sono i Big Data, che sono alimentati da tutte le interazioni digitali prodotte da milioni di utenti (ricerche online, transazioni e-commerce, interazioni social, uso di dispositivi mobili, GPS, banche dati di varia natura e altro ancora ), aggregati in grandi volumi strutturati e destrutturati.

I Big Data richiedono grande potenza di calcolo ai fini dell'analisi, predizione e deduzione di informazioni specifiche e "contestualizzate" in grado di alimentare l'IoT.

Ora immaginate di avere una centralina metereologica fuori dalla vostra casa, che invia dati in tempo reale al climatizzatore della vostra serra. Il climatizzatore regola temperatura, umidità e ventilazione in base ad un software che può acquisire dati da diversi sorgenti.

Ad esempio, da una App sul vostro smartphone che vi consente di intervenire da remoto, se necessario, sui livelli di temperatura, umidità e ventilazione, variando le impostazioni programmate.

Ma anche da un servizio metereologico relativo al vostro distretto geografico, in  modo da personalizzare e "contestualizzare" le previsioni metereologiche e confrontarle con i dati, in tempo reale, registrati dalla vostra centralina "locale".

I dati coinvolti in questo sistema sono memorizzati sia sul vostro hard disk locale che su un account in cloud, in modo che voi possiate analizzarli anche se siete lontani dalla serra, attraverso una connessione mobile.

Inoltre, questa massa di dati, insieme ad altri dati provenienti dalle serre di altri coltivatori, contribuisce ad alimentare un sistema di Big Data dal quale si traggono indicazioni statistiche sulla produttività di tali impianti.

Vi sembra così futuristico?

Dovremmo aggiungere altri elementi avanzati, quali:

- le Weareable Technologies e la Realtà Aumentata, come supporti di ibridazione fra reale e digitale, in grado di arricchire la realtà con uno strato di contenuti digitali contestuali e personalizzati

- i Sistemi Esperti, che si basano su un insieme di tecniche e principi (Web semantico, Data Mining, Intelligenza Artificiale,...) al fine di comprendere il senso delle ricerche degli utenti e di dedurre le risposte e/o di formulare previsioni analizzando dati secondo criteri statistici e/o semantici.

Il pattern teconologico su cui si istanzia l'IoT non si esaurisce in queste brevi note, che ne indicano solo gli elementi principali.

Se volete accedere ad una trattazione più estesa, potete far riferimento a diverse risorse, tra le quali:

Ma se parliamo di IoT in questo blog, significa che ci stiamo ponendo una prima domanda basilare:

Ci interessa capire quale potrà essere l'impatto dell'IoT sulla nostra professione?

E a questa domanda potremmo, banalmente e cautamente, limitarci a rispondere SI.

Ma appena diciamo un SI, iniziano i guai perchè ad un SI segue di solito un PERCHE' o volendo essere più precisi, in questo caso:

In che modo la diffusione dell'IoT potrebbe coinvolgere il lavoro del Comunicatore Tecnico?

E qui ritorniamo al mio interesse e all'attività di ricerca che porto avanti da un po' di tempo su certi argomenti.

A Bologna nel 2013, in occasione del decennale della COM&TEC, avevo parlato di un nuovo paradigma basato sull'idea che devono essere "le informazioni a cercare gli utenti" e a tale scopo avevo portato come esempio applicativo gli Help on Line contestuali (Context Sensitive Help, CSH) integrati nelle applicazioni software.

Tale paradigma si propone come alternativa rispetto al "vecchio" paradigma in cui sono "gli utenti che cercano le informazioni", incarnato dai tradizionali libri/manuali gerarchici e sequenziali.

Questa tesi, che ho riproposto anche alla conferenza di Aix-en-Provence, trova ulteriore conforto, a mio avviso, proprio quando iniziamo a ragionare sull'IoT.

Nell'IoT le macchine ricevono info dall'ambiente circostante e da altre macchine collegate in rete. Tali informazioni vengono elaborate e producono effetti sull'ambiente, nel senso che la macchina è "soggetto attivo" quando eroga informazioni e le eroga in base a diversi fattori quali:

- l'operazione da fare
- il profilo dell’utente utilizzatore
- le condizioni al contorno (quindi il contesto) che possono variare momento per momento
- altro?...

Ma non è finita qui.

La macchina si autoconfigura, magari sulla base di qualche evento ben definito e ci informa della variazione della configurazione.

La macchina va in autodiagnosi se c'è qualche problema ed è la macchina a segnalare all'utente la corretta procedura per la soluzione del problema ("informazione che cerca l'utente"), quindi non è più l'utente che deve andare a cercare sul libretto di istruzioni la sezione per il troubleshooting ("l'utente che cerca le informazioni").

Quando un pezzo della macchina ha esaurito N ore di funzionamento, limite oltre il quale sarebbe opportuno sostituirlo, è la macchina che avvisa della necessità di fare una manutenzione e magari indica anche:

- la procedura step-by-step per smontare il pezzo
- le eventuali procedure di manutenzione e/o sostituzione

E qui entra in gioco un concetto chiave, quello che Petra Dal Santo chiama "informazione azionabile".

Nel caso dell'CSH/HOL è l'utente che, in base al proprio contesto operativo, clicca su un pulsante e "aziona" l'informazione che gli serve in quel preciso punto.

Nel caso dell'IoT è la macchina che, sempre in base al contesto ad un insieme di criteri/eventi/condizioni PROPONE all'utente le informazioni giuste, cioè ATTIVA le informazioni necessarie all'interazione con l'utente.

Come potete vedere, sia che nel caso dell'CSH/HOL sia nel caso delle macchine che danno vita all'IoT, il paradigma più utile è quello in cui sono le informazioni che vanno a cercare l'utente (InfoSeekU).

Se avete avuto la pazienza di seguirmi, avete già capito che la risposta alla domanda di partenza è dietro l'angolo!

Chi si occuperà di costruire la logica e l'ingegneria delle informazioni azionabili?

Io ipotizzo che questo compito toccherà ai Comunicatori Tecnici, in barba ai catastrofisti che prefigurano sventure in un mondo "dominato" dalle macchine.

Perchè le macchine saranno sempre più presenti, efficenti, utili e magari cancelleranno anche posti di lavoro... ma ancora non producono idee proprie.

Al prossimo post, per rafforzare la mia convinzione... e spero anche la vostra!

:-)

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