domenica 13 luglio 2014

Nuove tendenze nella pubblicazione dei contenuti: più HTML/Mobile e meno PDF (seconda parte)

Completiamo con alcune considerazioni quanto abbiamo introdotto nel post precedente, utilizzando l'ottima infografica prodotta da DLC (Data Conversion Laboratory) sulla base di un survey condotto dalla CIDM.

Dei 15 punti evidenziati nell'infografica (qui disponibile in formato PDF), alcuni sono stati sinteticamente commentati nel post introduttivo (Q2, Q3, Q4), ma vi sono altri 6 punti che mi hanno particolarmente colpito.


Il trittico Q7, Q8 e Q9 fa emergere come poco meno della metà degli intervistati dichiara di disporre di contenuti digitali adatti a sostenere le logiche di business nei prossimi 2 anni.

Fra questi (risposta YES alla Q7) si evidenzia che i maggiori ostacoli in questa attività di definizione e aggiornamento dei contenuti sono le ridotte risorse in termini di budget (curca 49%) e di tempo di lavoro dello staff (circa 71%) per gestire questa evoluzione in casa, senza ricorrere a fornitori esterni.


La domanda Q11 invece fa emergere come i clienti abbiano le idee particolarmente chiare su cosa vogliono e si aspettano dalle aziende produttrici.

Contenuti disponibili su dispositivi Mobile (63%), topic-based (55%) e gli Help on Line immersi nelle applicazioni software (43%): chi segue questo blog sa che sto indicando questa direzione da parecchio tempo.

Solo il 22% circa delle risposte indica l'opportunità di "rivitalizzare" il formato PDF arricchendolo con funzionalità video e audio.


Infine, le ultime 2 domande.

La Q14 indica che le aziende sono orientate a sviluppare "in house" questi processi innovativi, magari dopo aver ottenuto da fornitori esterni un adeguato training relativo a metodologie e strumenti adatti a tale scopo. Solo il 6% delle risposte indica il ricorso a servizi in outsourcing.

Questo punto è un campanello d'allarme per tutte le aziende che forniscono servizi di documentazione tecnica e che nei prossimi anni potrebbero, se questi dati saranno confermati, trovarsi in una posizione scomoda.

Ovviamente i dati in esame sono riferiti al mercato USA, ma sappiamo che in ambito tecnologico quello che accade negli USA, dopo 4 o 5 anni accade anche qui.

Anche le risposte alla domanda Q15 fanno emergere che il cambiamento deve essere sostenuto sostanzialmente da elementi "interni" al sistema azienda (più persone e buoni strumenti, il supporto del management che deve essere convinto rispetto ai vantaggi futuri, il coinvolgimento dello staff nel variare metodi e approcci), mentre solo in ultima posizione si ravvisa la necessità di competenze esterne.

La mia esperienza professionale è in linea con l'idea di sviluppare la documentazione "in house" ma questa opzione è congruente nell'ambito di un'azienda ICT (o almeno così mi è sempre sembrato) mentre per altri tipi di aziende vorrei conoscere l'opinione di colleghi più impegnati di me nel gestire questo tipo di servizi in outsurcing.

Qui potete anche vedere una comparazione tra i risultati dei sondaggi del 2013 e del 2104, in cui si evidenzia l'evoluzione della tendenza.

In sintesi, direi che le tendenze che due anni orsono erano appena accennate, ora sembrano confermarsi.
Fra due o tre anni queste tendenza diventeranno "un mercato" e i clienti saranno sempre più convinti e strutturati nel richiedere documentazione tecnica nei nuovi formati di cui abbiamo parlato.

Già conosco la risposta di molti brillanti e pragmatici colleghi, ogni giorno impegnati nel produrre manuali stampabili secondo processi produttivi affidabili e tradizionali: "Quando ci richiederanno nuovi formati, provvederemo..." Ma quando i clienti ve lo chiederanno, non avranno voglia di aspettare...

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1 commento:

Alèxandròs ha detto...

Ciao Vilma.

In effetti il sondaggio mostra che una linea di tendenza che si è già affacciata all'orizzonte da 2 o 3 anni (guarda caso... sono gli anni in cui i dispositivi Mobile invadono il mercato con tassi di crescita impetuosi), si sta consolidando e strutturando. Quello che mi ha sorpreso è l'indicazione netta nella scelta fra "in house" su "outsource", rispetto a processi innovativi di authoring/publishing non banali.

Mi sarei aspettato, almeno in una prima fase, una maggiore propensione verso l'outsource. Se penso alla mia esperienza, ti dico che per la mia azienda sarebbe stato ben difficile affidare i processi di documentazione di prodotto/progetto in outsourcing e questo per tutta una serie di motivi.

Ma se ne dovessi indicare 3, i principali sarebbero:

- la velocità di evoluzione del prodotto, che rende necessario un continuo update dei contenuti, su ritmi di lavoro molto elevati
- la specificità tecnologica/concettuale/terminologica che può caratterizzare i prodotti di un'azienda
- i costi, laddove un impiegato interno che si occupa di documentazione spesso partecipa anche alla fase di test e di supporto esterno

Ma questa è solo la mia opinione ed esperienza, mi piacerebbe confrontarmi con altri pareri, per capire quali sono i criteri prevalenti per scegliere "in house" o "outsource".

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